lunedì 25 agosto 2008

La nuova vita di Furio Colombo



Furio Colombo, già direttore de L’Unità (2001-2004) e prima ancora corrispondente per Repubblica e La Stampa, ha intrapreso una nuova vita professionale: il comico.
La sua macchietta di Furio il Furioso, giornalista di sinistra fanatico, disinformato e cialtrone, sta riscuotendo grandi successi. Dopo l’esilarante gag Barigazzi (qui gli aggiornamenti), Furio ne ha sfornata un’altra, non meno gustosa, la gag Gruber.
Il nuovo scoop del Furioso è il seguente: “sarà Berlusconi a scrivere la prefazione del nuovo libro di Lilli Gruber sulle donne dell’Islam”. Segue ovvia accusa alla Gruber di acquiescenza col potere.
L’interessata ha smentito (“Corriere della Sera”, 25 agosto 2008, sezione Primo Piano, pagina 3). Non ci sarà nessuna prefazione di Berlusconi, ma il libro contiene un’intervista. E comunque non è sulle donne islamiche (quel libro è uscito già da quel dì), ma sulle donne italiane.

Per i prossimi mesi si prevedono repliche di grande successo dello show del Furioso, che probabilmente saranno impreziosite da nuove gag, tutte altrettanto irresistibili.

sabato 23 agosto 2008

I puntini sugli i

Leggo su Corriere.it:
"E’ l’ultima risorsa contro i sequestri di persona in Messico. Un microtrasmettitore che viene infilato sotto pelle nell’avambraccio. In caso di sequestro segnalerà, via satellite, la posizione della vittima. Il sistema è stato inventato dalla società messicana Xega che non appena lo ha messo sul mercato ha registrato un successo incredibile: più 13 per cento di vendite".

Allora.
Un'azienda concepisce e realizza un nuovo prodotto, in questo caso il chip antisequestro. OK.
Lo mette in vendita. OK.
Le vendite vanno bene. OK.
+ 13 per cento.
+ 13 per cento? Ma rispetto a cosa? Se è un nuovo prodotto, significa che prima non esisteva. Ergo, non era venduto, quindi vendeva zero. Il 13 per cento di zero è un grande successo?
Nelle redazioni italiane non esiste la figura del fact checker (traduzione: rompiballe di redazione), e si vede.

sabato 9 agosto 2008

AAA Pacifista cercasi

Guerra in corso con bombardamenti et profughi, oltre mille morti, causa umanitaria assicurata ottime referenze, cerca pacifisti disposti sfilare in corteo, sit-in, graditi intellettuali et altri VIP assortiti scopo interviste, talk show, raccolta firme. Purtroppo non provabile neppure arrampicandosi sugli specchi responsabilità USA, Israele, Berlusconi.
Astenersi perditempo.

mercoledì 6 agosto 2008

Il cavaliere oscuro


Visto “Il cavaliere oscuro”.
Uscito dalla sala con sensazioni ambivalenti.
OK. Effetti strepitosi, scene d’azione splendide. Grande cast. Colpi di scena a non finire (tanti, troppi, molto più che troppo). Ambientazioni meravigliose, location da mozzare il fiato, che quasi sarebbe stato un bel film anche senza attori e senza trama, solo con i grattacieli e i bassifondi di una Gotham City più bella che mai.
Poi è chiaro che se metti insieme Michael Caine, Morgan Freeman, Christian Bale, Eric Roberts e sopra a tutti uno straordinario Heath Ledger, per l’amor di dio, qualcosa viene fuori.

Ma il film...
Leggo che Peter Travers di Rolling Stone ha scritto cose egregie del film, sedotto da un film «dove un tizio vestito da pipistrello e uno da pagliaccio parlano dell'essenza della condizione umana», e «dove il Bene e il Male, piuttosto che combattersi, danzano». Secondo me, invece, il problema è proprio quello.


Buchi di sceneggiatura? In un certo senso, no. In questo senso: se si accetta l’idea che un uomo, apparentemente non dotato di super poteri (il Joker) sia in realtà onnipotente, onnisciente, in grado di apparire ovunque, controllare le azioni di chiunque, elaborare in pochi minuti e senza mai incappare in un contrattempo piani tanto arzigogolati in confronto ai quali lo sbarco in Normandia è stato una gita da boy scout, che possa sempre, ogni volta, infiltrarsi ovunque, tenere in scacco una città di milioni di abitanti, entrare e uscire inosservato e indisturbato, reclutare manipoli di fedelissimi che lo seguono fino alla morte, ecco, se si accetta tutto questo, allora va tutto bene.
Si ha l'impressione che il Joker sia un dio beffardo, e che questo dio beffardo sia l'autore della sceneggiatura, il quale a ogni giro si diverte a cambiare le regole, scompigliare le carte e a ridare le carte migliori sempre in mano al cattivo. Personalmente, ho finito col trovare stucchevole questa inconcludente onnipotenza del Male. Se sei così potente, o malvagio sceneggiatore, funesto demiurgo, ammazza tutti e falla finita.

Certo, resta una storia che alla fine si riduce a una specie di eterno balletto fra due personaggi, il Bene e il Male, che quando si scontrano, fra un cazzotto e l’altro, filosofeggiano e s’interrogano sulla natura umana. Ah, per inciso: Joker resiste senza fare un plisset ai colpi che abbatterebbero chiunque, e non indossa né armature né esoscheletri né dispone di equipaggiamenti elettronici né super-poteri: dispone solo dell’illimitata sfrontatezza degli autori.
Ma mentre il Bene, ovviamente Batman, è solo una funzione narrativa, il Male – il Joker, sorretto dalla grande interpretazione di Ledger – ha una sua grandezza shakespeariana che la sua controparte manco si sogna.
A questo punto, tanto valeva fare un film di Batman senza Batman...

Ma forse non è un limite di questo film e di questa sceneggiatura. Il problema, come si diceva una volta, è “a monte”: ed è l’universo dei super-eroi D.C., un mondo che personalmente non mi ha mai convinto gran che. Nulla a che vedere con la “profondità” e con il “realismo” Marvel (metto le virgolette per evitare pagine e pagine di note per spiegare come intendere quei due termini in contesti dove si aggirano con la massima naturalezza uomini verdi, donne invisibili e dèi scandinavi...), e infatti nel corso dei decenni il mondo Marvel ha permesso di esprimere sfumature e raffinatezze che il mondo D.C. non conosceva.
E anche lo stesso Joker soffre di un problema che è lo stesso di tutti i personaggi, buoni e cattivi, dei fumetti D.C.: un personaggio che nel corso dei decenni è stato qualunque cosa, e quindi nessuna.
Certo Batman, dei vari super-eroi D.C., è quello che meglio si presta a essere rivisitato (ma forse più per la suggestione dell’ambiente in cui si svolgono le sue avventure, l’oscura, fascinosa e inquietante Gotham City); Superman, Flash, Catwoman e Wonder Man sono attrazioni da baraccone. Ma anche da Batman dopo un po' non ci tiri fuori gran che.
Viene quasi da dire che, visto il materiale di partenza, una graphic novel come “Il ritorno del cavaliere oscuro” non è stata solo un capolavoro: è stata un miracolo.

martedì 5 agosto 2008

Noio vulevon savuar

Dopo la RedTV di D'Alema, adesso arriva la YouDem, di Veltroni.
Poi si meravigliano se non riescono a comprendere l'elettore italiano, questo essere misterioso e ineffabile, e se non riescono a comunicargli i loro grandi programmi.
Provare, che ne so, a parlargli nella sua lingua?

lunedì 4 agosto 2008

L'inferno, come tutti sanno...

... è quel posto dove l’organizzazione è affidata agli italiani, i poliziotti sono tedeschi, i meccanici francesi, gli amanti svizzeri e i cuochi sono inglesi.

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