venerdì 4 maggio 2007

Chi ha paura dei libri usati?

Forse i fioristi.
È in corso una guerra silenziosa, a Milano. Una dopo l’altra, le vecchie bancarelle di libri e riviste usati stanno chiudendo. Ma non scompaiono: si trasformano tutte in rivendite di fiori.

Soltanto nel mio spicchio di città, questo è stato il destino della bancarella all’angolo tra viale Corsica e viale Campania; di quella in piazza Santa Maria del Suffragio e di quella in piazza Tricolore.
Succede così anche in altre città? Curiosamente, queste nuove bancarelle di fiori sono quasi sempre gestite da indiani reticenti, che non sanno nulla dei precedenti proprietari e che paiono messi lì per caso. Ho anche comperato qualche pianta grassa e qualche garofano per provare a ingraziarmeli e ottenere qualche informazione: tempo sprecato.

Il risultato è che la città è piena di fioristi d’ogni tipo; le bancarelle “convertite” si sommano ai negozi dei fioristi e ai piccoli chioschi agli angoli delle strade, che già vendevano fiori. Capita di vederne due nello stesso viale, nella stessa piazza, che si guardano da marciapiedi opposti, e che a quanto pare riescono a sopravvivere entrambe.
Ma davvero c’è tutta questa gente che continua a comperare fiori e piante? E che mai comprerebbe un libro, nemmeno un Giallo Mondadori di seconda mano a un euro? Apparentemente è così.
Ce n’era anche una quarta, molto più grande di una comune bancarella: il “piccolo market del libro usato” in piazzale Dateo, una baracca in legno che negli anni si era progressivamente ingrandita e che ospitava migliaia di libri, accuratamente suddivisi per argomento e collana. Lei invece è scomparsa, al suo posto in questo momento c’è un grande cantiere e non mi risulta che si sia trasferita altrove. Magari fuori Milano. Ma so già che è inutile fare ricerche. Probabilmente, sarà un vivaio.

Qui, per quel che vale, un elenco di bancarelle di libri e periodici usati a Milano (è di alcuni anni fa e non è stato aggiornato).

6 commenti:

Jazz nel pomeriggio ha detto...

Ci ho fatto caso anch'io. Certo sarebbe bello che la gente comprasse più libri, però non è male sapere che almeno compra tanti fiori e piante…

Sopravvivono i tre di (e intorno a) piazza Mercanti, due dei quali, però, sono degli antiquari mascherati e hanno prezzi proibitivi.

NDP ha detto...

Sì, meglio fiori che abiti griffati (e magari pure taroccati). Peccato che rimagano solo le "finte" bancarelle, quelle con prezzi da amatori.
Sarebbe bello se fosse in linea qualcuno da altre città per sapere se anche altrove è così...

Carlo Alberto Turrini ha detto...

Se ne deduce che la cultura non ha un buon profumo.
Almeno per la strada.
Ovviamente, come lettore accanito ed infedele, preferirei libri profumati a fiori ignoranti....

Beatrice Niccolai ha detto...

Grazie Enrico del tuo passaggio da me.
Firenze non ha mai avuto grosse bancarelle di libri usati, purtroppo... solo piccoli negozietti di libri usati che stanno scomparendo.
Drammaticamente non c'è più il vizio di comprare fiori.
Qua sembra vadano di moda grembiuli da cucina con l'immagine del Davide stampato o al limite cianfrusaglie cinesi.

Ciao a presto,
Beatrice

NDP ha detto...

Carlo Alberto:
concordo in pieno. E poi, il bell'odore dei libri usati... altro che rose! :-)

Beatrice
Grazie a te! E grazie per il rapporto sullo stato delle cose in quel di Firenze. Neanche i fiori, accipicchia?
:-)

NDP ha detto...

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