martedì 8 maggio 2007

Taj Mahal live 1969

Qui.
La prima volta che ho sentito “She Caught the Katy” è stato, ovviamente, nel film Blues Brothers.
Mi ero convinto che Katy fosse il nome di una cavalla, e che la canzone quindi dicesse: lei si è presa il cavallo buono buono e mi ha lasciato qui col mulo... Non proprio.
Leggendo questo bel post di Phantom Blog, ho appreso che The Katy è il modo in cui veniva chiamata all’epoca in cui fu scritta la canzone la ferrovia che attraversava Missouri, Kansas e Texas. Quindi: lei se ne è andata via in treno e mi ha lasciato qui col mulo...
Non mi sbagliavo, però, nel ritenerla una grande canzone. Mi era piaciuta molto nella versione big band di Blues Brothers; mi è piaciuta molto di più nella versione acustica di Taji Mahal nel suo album The Natch’l Blues del 1968, e se possibile mi è piaciuta ancora di più nella versione live che si può ascoltare in questi due concerti di Taj Mahal, al Fillmore West di San Francisco (settembre 1969), ascoltabili su Concert Vault.

Taj Mahal è uno dei grandi interpreti del blues e, anche se non è mai arrivato a essere una superstar, nel corso della sua ormai quarantennale carriera, ha sempre ottenuto stima e grandi consensi.
I due concerti del ‘69 sono tratti dalla tournée con la quale accompagnava l’uscita quasi simultanea di due album, uno elettrico (Giant Step) e l’altro acustico (De Ole Folks at Home). Il risultato è che qui Taj Mahal ci dà il meglio di sé, sia nelle cover acustiche tradizionali, sia nelle rivisitazioni in stile rock blues.
C’è anche un terzo concerto, volendo, del 1971, ma dura solo 30 minuti. Preferisco segnalarvi le due date del '69 anche perché magari qualcuno di voi è come me, ama sentire date diverse dello stesso tour e mettersi lì a confrontare le scalette (in questo caso variano parecchio) e mettere a confronto le diverse versioni dello stesso brano.
La versione di She Caught the Katy è memorabile, ma lo stesso si può dire di quasi ogni altro brano.
I più attenti si ricorderanno anche che Six Days On the Road, presente in entrambe le date del ‘69, fu ripresa da Ricky Gianco che ne fece un inno delle occupazioni (“Questa casa non la mollerò”) che fu eseguito al festival del parco Lambro 1976 e sparì senza lasciare né tracce né rimpianti.

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